mercoledì 14 febbraio 2024

Caffè: dalla semina al raccolto

Scelta delle sementi
La riproduzione della pianta del caffè può avvenire per seme, innesto o propaggine. L'esperienza e la ricerca agricolo-caffeicola hanno dimostrato che il metodo più rapido e sicuro è la moltiplicazione per seme; pertanto questo è il più diffuso, mentre gli altri due sono impiegati solamente per alcune limitate varietà di piante.
La scelta dei semi rappresenta quindi un momento importante prima di avviare una piantagione e richiede una selezione accurata, onde creare premesse ottimali per il futuro del caffè. Dalle piante più sane, rigogliose e longeve del tipo Arabica e Robusta si prelevano manualmente le drupe perfettamente mature, utili a formare i nuovi virgulti. La scelta cade solitamente su piante di almeno 8-9 anni di vita, robuste, con diversi nodi sui rami, portatrici di regolari ed abbondanti raccolti già dagli anni precedenti. Con una successiva selezione si scartano le drupe grosse o piccole o difettose e da quelle ritenute migliori si toglie la polpa, quindi si fanno macerare i grani per qualche ora per pulirli facilmente dalle scorie viscose, poi si lavano, si fanno seccare, utilizzando infine quelli con il solco centrale più dritto, profondo e perfetto.
Queste operazioni vengono opportunamente avviate prima della stagione della semina, poiché i grani mantengono tutta la loro potenzialità germinativa per un periodo molto breve. Infatti seminati subito germogliano l'85% dei grani, dopo sei mesi il 40%, per toccare solo il 10% dopo un anno. In alternativa alla selezione dei semi nell'azienda, è ormai diffuso l'uso di rifornirsi degli stessi presso le stazioni sperimentali, dove con particolari cure si provvede ad ottenere esemplari sempre più perfetti e sani.

La semina
Per ottenere entro sei mesi e un anno le piantine (mute), la coltura del caffè inizia nei vivai o semenzai, ambienti protetti ed ombreggiati (mezzo sole, mezza ombra) alti circa due metri, dove si creano le condizioni adatte, affinché l'esperto internamente vi possa dedicare le necessarie osservazioni e le cure quotidiane, come l'annaffiamento, le zappature, le fertilizzazioni, il diserbamento, la protezione contro i parassiti animali e vegetali sia nelle radici che nelle parti aeree della pianta, ecc... La semina si pratica o direttamente su terreno (metodo non consigliato) o meglio in vasi o sacchetti di plastica, dove sia stata preventivamente riposta una miscela di terra, concime e fertilizzanti. I semi di varietà selezionata cosiddetti "Pergaminos" ossia chicchi nell'involucro pergamenato, si sotterrano ad una profondità di due centimetri, con la parte piana riposta verso il basso.
Trascorsi quaranta-sessanta giorni appaiono i germogli, dal vago aspetto di grossi fiammiferi, detti perciò "palito de fósforo", quindi si aprono le due foglioline cotiledoniche, seguite poi da un infoltimento graduale di 5-6 paia di foglie, fino a raggiungere in circa sei mesi l'altezza di 30-50 centimetri. È arrivato il momento di trapiantarle in dimora fissa nel campo, scartando naturalmente quelle malformate o di parecchio più piccole dalla media, sia in sostituzione di vecchi alberi soppressi, sia per ampliare le piantagioni. In alcune località, prima del trapianto in dimora fissa, si usa fare sviluppare ed irrobustire le piantine in altro vicino vivaio, dove vengono collocate a distanze sensibilmente più forti di 30-40 cm (trapianto intermedio).

Costituzione della piantagione
Lo spostamento definitivo nelle piantagioni vere e proprie va eseguito, con tutta la terra del ceppo, nella stagione delle piogge. Le piantine vengono disposte in buche preventivamente scavate alla distanza una dall'altra da 3 a 4,50 metri e a file distanti da 2,50 a 3,50 metri; la collocazione avviene o a rettangolo o a quinconce.
Nelle regioni tropicali contemporaneamente al trapianto, nel perimetro e tra i filari delle piantagioni sono intercalate piante di banane, mais e ricini (ombreggiamento provvisorio), rimpiazzati più tardi da alberi a più alto fusto nel percorso perimetrale, per proteggere le pianticelle di caffè dal vento e dall'eccessiva luce solare; nelle regioni subtropicali non è necessario prendere tali precauzioni. Per tre o quattro anni esse non produrranno ancora, ma le cure devono continuare ad essere sempre adeguate, per difenderle dalle malattie e perché si sviluppino ben nutrite con l'aiuto di fertilizzanti. Molti e potenti sono infatti i nemici del caffè (insetti, batteri, funghi, fanerogame), tanto da poter pregiudicare intere colture con conseguenze disastrose per l'economia aziendale: da questo si può comprendere quale importanza abbiano nei paesi tropicali gli Organismi Statali addetti alla sanità vegetale.

Fioritura e fruttificazione
Intorno al terzo anno di vita, quando la pianta ha raggiunto una certa altezza, si procede alla cimatura che determina lo sviluppo della pianta in larghezza. Ormai è prossima la prima fioritura e l'inizio del ciclo produttivo. Dopo tanto lavoro finalmente un po' di colore e poesia: l'aspetto della piantagione è quello di un quadro suggestivo in cui il naturale biancore dei fiori punteggia prepotente sul grande manto di verde che sconfina dalla pianura alla collina, sovrastato da un cielo azzurro, mentre l'aria si satura di una delicata e penetrante fragranza simile al profumo del gelsomino. I fiori sono bianchi e delicati, ma la loro durata si protrae solo per tre giorni, il tempo necessario perché, col favore del vento leggero e con la mancanza di piogge (così almeno sperano i coltivatori), si compia il processo d'impollinazione, preludio di una fruttificazione atta a ricompensare le lunghe fatiche e gli investimenti finanziari.

Il raccolto
I fiori impollinati si trasformano in frutti, all'inizio d'un colore verde, poi di un rosso sempre più intenso man mano che raggiungono la piena maturazione, la quale, non essendo contemporanea per tutte le bacche, si protrae per diverse settimane; infatti in tutte le regioni delle colture si procede a raccolti intermedi, prima o dopo la raccolta più importante. Inoltre il periodo del raccolto varia da paese a paese, poiché il tempo del raccolto dipende dalla situazione geografica e dalle condizioni del clima e dell'altitudine. Nel Brasile, paese leader nella produzione, la raccolta si fa da maggio a settembre; nell'America centrale da ottobre a marzo-aprile; in Africa prevalentemente da marzo a settembre, ecc... I frutti maturi possono essere raccolti a mano o accuratamente staccati mediante rastrelletti e raccolti in ceste o panieri, oppure perticati e fatti cadere per terra, precedentemente pulita, o su teloni di plastica stesi sotto le piante. Il primo sistema consente di raccogliere le bacche di volta in volta mature ed ottenere una qualità di semi di gran valore; ciò è possibile dove si può ingaggiare una manodopera a basso prezzo. Il secondo sistema (sgranatura o perticatura al suolo) consente purtroppo un raccolto mescolato a bacche parassitate o con presenza di terra, pietre e impurità varie, che in parte vengono eliminate tramite la ventilazione delle bacche, lanciate in alto dall'uomo con appositi crivelli, ed in parte nella fase di lavaggio negli ambienti dell'azienda.
Oggi l'operazione del raccolto si può praticare con apposite raccoglitrici automatiche, le quali attraversano i filari e con le loro aste vibratorie staccano í frutti del caffè; questi cadono su stuoie rotanti e sono ventilati ed insaccati automaticamente. In ogni caso nel periodo del raccolto l'azienda agricola del caffè (fazenda) si anima considerevolmente: centinaia di persone si dedicano a staccare le rosse bacche, a riempire teloni e ceste, ad avviarle all'ammasso. La fazenda è solitamente ubicata al centro delle estesissime coltivazioni di tipo estensivo, soprattutto dove il caffè rappresenta una monocoltura fortemente sviluppata e razionalizzata. A titolo indicativo segnaliamo infine che il primo raccolto si fa generalmente nel quarto anno, ma soltanto il quinto si può contare su un rendimento regolare di ciascuna pianta, che oscilli tra i 400 e 2000 grammi di chicchi "arabica" e i 600 e i 2000 di chicchi "robusta"; per conseguire queste qualità si calcoli che da ogni due chili e mezzo di bacche si estraggono 500 grammi di grani. Una piantagione avviata di 1350 piante produce in media le seguenti quantità di bacche per ha:

a 3 anni e mezzo la 1ª raccolta è di kg. 350 di caffè
a 4 anni e mezzo la 2ª raccolta è di kg. 650 di caffè
a 5 anni e mezzo la 3ª raccolta è di kg. 500 di caffè
a 6 anni e mezzo la 4ª raccolta è di kg. 900 di caffè
a 7 anni e mezzo la 5ª raccolta è di kg. 700 di caffè
a 8 anni e mezzo la 6ª raccolta è di kg. 1100 di caffè
a 9 anni e mezzo la 7ª raccolta è di kg. 850 di caffè
a 10 anni e mezzo la 8ª raccolta è di kg. 1100 di caffè
a 11 anni e mezzo la 9ª raccolta è di kg. 750 di caffè
a 12 anni e mezzo la 10ª raccolta è di kg. 900 di caffè
a 13 anni e mezzo la 11ª raccolta è di kg. 750 di caffè
a 14 anni e mezzo la 12ª raccolta è di kg. 500 di caffè
a 15 anni e mezzo la 13ª raccolta è di kg. 300 di caffè

Come si vede la produzione della pianta è più consistente dal 6° al 10° anno di vita, diminuisce fino al 15°, per esaurirsi progressivamente entro il 40° anno.

Nessun commento:

Posta un commento